La domanda è lecita, se si considera il fatto che la tecnologia dei visori evolve a dir poco velocemente.
Lo è ancora di più se si rivolge lo sguardo verso quei colossi che, in genere, anticipano quel che verrà: e infatti Facebook ed Apple non si stanno lasciando sfuggire le nuove opportunità relative a queste nuove tecnologie.
Una cosa però vale la pena sottolinearla: fino a questo momento sono davvero tante le aziende di spicco che hanno provato ad immergersi nella creazione di visori, ma nella maggior parte dei casi con scarsi risultati .
Tanto che non l’hanno spuntata neppure i pionieristici Google Glass, lanciati addirittura nel 2014 e diventati tristemente celebri per essere stati uno dei più clamorosi flop del colosso di Mountain View.
Oggi sappiamo di dover riconoscere a google almeno un’attenuante: i tempi semplicemente non erano maturi.
Finora di fatto gli unici dispositivi a reggere il mercato sembrano essere gli Holeons di Microsoft e la vasta gamma di Oculus.
Possiamo serenamente affermare che un po’ tutte le società della Silicon Valley e dintorni continuano a scommettere senza alcun ripensamento su questa tecnologia.
Ma i nomi delle ultime due realtà che hanno annunciato il loro ingresso nel mondo della realtà aumentata(Ar) sono un’ulteriore conferma del trend in corso: Apple e Facebook.
Entrambi hanno infatti recentemente annunciato i loro piani per dare vita a un mondo in cui fisico e digitale sono definitivamente fusi l’uno nell’altro.
A poche ore dall’annuncio ufficiale in merito al nuovo iOS 15 e i nuovi sistemi operativi per il 2021, Apple ha diffuso una nota agli investitori confermando che la Mela sarebbe ormai vicina al lancio del suo primo visore per la realtà aumentata che fornirà un’esperienza AR “see-through”.
Secondo le indiscrezioni, gli ormai famosissimi Apple Glass saranno tanto potenti (con schermi in 8k) quanto costosi (la cifra presunta si attesta intorno ai tremila dollari).
Il lancio sembra previsto entro il prossimo anno (2022), ma è difficile fare previsioni certe dato che il sopra citato visore è stato a più riprese annunciato in passato senza di fatto vedere mai la luce.
In casa facebook i progetti appaiono sicuramente più dettagliati. Intanto è gia noto che sarà direttamente l’azienda italiana Luxotica a produrre il design del visore.
Poi, in virtù dell’obiettivo finale che è appunto quello di lanciare sul mercato un prodotto in grado di sovrapporre uno strato digitale al mondo fisico, c’è il recentissimo annuncio relativo a un dispositivo da polso e collegato al visore.
Il dispositivo a quanto pare intercetterà i segnali inviati dal cervello ai muscoli delle mani, per poi tradurli nel mondo digitale.
Apparentemente si. Immaginiamo che il comando per eliminare un’offerta pubblicitaria comparsa davanti ai nostri occhi sia un rapido gesto della mano da destra verso sinistra: il dispositivo attaccato al nostro polso capirebbe che il cervello sta inviando quel segnale alla nostra mano e reagirebbe di conseguenza, facendo sparire l’annuncio nel momento stesso in cui eseguiamo il gesto (o anche senza bisogno di compierlo).
Ciò significa che la conoscenza di Facebook (e delle altre realtà della Silicon Valley) in merito a tutto ciò che ci riguarda diventerà sempre più approfondita e dettagliata, rendendo potenzialmente prevedibili tutti i nostri comportamenti. Il nostro dispositivo in AR, per esempio, potrebbe segnalarci la possibilità di prendere un caffè se all’ora giusta stiamo passando nelle vicinanze di uno dei bar che a volte frequentiamo. Mentre se siamo nelle vicinanze di una libreria potrebbe segnalarci l’uscita di un libro di nostro interesse.
Alla luce di queste imminenti novità possiamo provare a immaginare la nostra giornata tipo nel prossimo futuro. Indosseremo i nostri visori in realtà aumentata appena svegli visualizzando notifiche, mail e promemoria direttamente davanti ai nostri occhi. Usciremo di casa e ci dirigeremo nel luogo in cui abbiamo un appuntamento grazie alle indicazioni del gps integrato, che magari le proietterà direttamente sull’asfalto sotto i nostri piedi.
Se incrociamo qualcuno con cui siamo in contatto su un social network potremmo visualizzare un’etichetta digitale che ci segnala il nome e i dettagli della persona che ci è appena passata di fianco. I manifesti pubblicitari disseminati per la città potrebbero essere digitalizzati e personalizzati, mostrando così solo annunci considerati di nostro interesse. I negozi a cui abbiamo dato l’apposito assenso potranno invece inviarci le nuove offerte non appena ci troviamo nelle vicinanze.
Insomma, abbiamo appena descritto un mondo in cui la realtà digitale è ormai definitivamente fusa in quella fisica ed è un passo ulteriore verso la completa integrazione della tecnologia nel corpo umano, i cui risvolti sociali, psicologici eculturali probabilmente ora non possiamo neanche immaginarli.
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